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2021 – Infatata

Infatata

Testo e regia di V. Alessi, Musiche a cura di M. Millimaggi

Costumi di R. Cardile

 

con V.Alessi, R. Cardile, M. Millimaggi

Atto unico di 60’c.ca.

C’è nella tradizione popolare legata al mondo femminile, quella delle mura domestiche, un pudore che ha il sapore del magico.

La parola Infatata è una storpiatura dell’italiano dal dialetto, modo di parlare in uso in tutto il novecento nel linguaggio popolare, vuol dire ammaliata, incantata.

La scena si svolge in un balcone dove tre donne raccontano storie. Sono donne del mondo popolare, in qualche modo sono maschere anche loro, personaggi senza troppe sfaccettature, spontanei. Margherita, la più pura, prende le sembianze degli animali che in quel momento immagina vicini al suo sentire. Rosa, istintiva, irruenta, si chiude o trova gioia, secondo i momenti, nel linguaggio del canto. Viola è la memoria, il pudore, la saggezza.

“Di certe cose non si deve parlare troppo” dice Viola rimproverando le altre, ma ci sono storie che hanno l’urgenza di esplodere.

Infatata - Scatti in libertà